4 agosto 2022 – Ca’ Stalla al Castello di Pergine
Incontro proposto da Cortili di Pace in collaborazione con Fondazione Castel Pergine
L’obiettivo dell’incontro era di rompere il muro di silenzio sulle iniziative per la pace in Ucraina. A tal fine sono stati invitati alcuni dei partecipanti all’iniziativa del Mean (Movimento europeo di azione nonviolenta) e alla carovana per la pace “Stop war now” (proposta dall’associazione “Papa Giovanni XXIII”). A loro è stato chiesto di raccontare, di ritorno dall’Ucraina, quali erano state le ragioni che li avevano spinti ad andare e cosa avevano tratto da quella esperienza. Gli interventi degli ospiti sono stati variegati. Alcuni hanno sottolineato l’importanza di essere vicini a chi soffre, altri l’esigenza di mostrare che una concreta azione nonviolenta è possibile, altri infine il bisogno di vedere con i propri occhi quello che accade. Uno di loro ha però preferito non limitarsi a offrire una testimonianza, bella ma pur sempre individuale. La domanda che si è posto, e che ha posto a tutti i partecipanti, è stata: possiamo riuscire a contrastarla diversamente, la guerra, soffermandoci meno sui fatti compiuti e più su quello che possiamo far accadere?
I bigliettini che i partecipanti hanno compilato a conclusione dell’incontro segnalano quanto questa domanda bruciasse. Riprendono la molteplicità di questioni emerse durante l’incontro, a riprova che risposte chiare e semplici non ci sono. E, così, qualcuno si è chiesto se, per contrastare la guerra non occorrano testimonianze, o provocazioni, non individuali bensì una sorta di disubbidienza di massa: “un’invasione pacifica fuori dalle regole”. Altri si sono chiesti se, davvero, l’unica via da percorrere sia quella di andare a rischiare la vita nei luoghi ove si combatte. Al pessimismo di chi ritiene inevitabile la guerra si sono contrapposti quelli che intravedono una varietà di vie possibili: dialogare contro l’indifferenza, votare chi contrasta la guerra, coinvolgere le istituzioni, unire l’Europa dei popoli, contrastare chi finanzia l’industria degli armamenti, realizzare un’economia solidale, costruire il socialismo.
Presentare un elenco in modo così stringato rischia di banalizzare le questioni emerse, a scapito di una ricchezza di riflessione che, invece, evidenzia due punti. Primo, la guerra va contrastata e prevenuta operando a più livelli. Non basta agire in una realtà particolare se non la si colloca in un progetto più generale. Secondo, la riflessione realizzata durante questo incontro va portata avanti non solo perché nessuno ha la soluzione in tasca ma perché l’alternativa è l’indifferenza mascherata dal gioco delle contrapposizioni senza costrutto.
1. Come si può contrastare l’“abitudine” alla GUERRA?
2. PERCHÉ NON UN’INVASIONE PACIFICA FUORI DALLE REGOLE?
3. I VOLONTARI CHE VANNO IN UCRAINA PER MESI NON HANNO PAURA DELLA GUERRA?
4. LE TUE TERZINE SONO CARTA STRACCIA LE MIE CINQUINE SULLA TUA FACCIA LASCIANO IL SEGNO cit.
5. Le istituzioni politiche rappresentano solo gli interessi dei gruppi economici e delle aziende che producono armi. Secondo il mio modesto parere, questo sistema sociale che trova anche i MEDIA schierati per lo status quo, trova nella GUERRA uno sviluppo ricorrente e inevitabile
6. ANGOSCIA ma anche SPERANZA
7. SONO SCORAGGIATO DAL CLIMA DI INDIFFERENZA GENERALE
8. Attenzione verso le diverse identità sociali delle popolazioni e dei singoli soggetti al conflitto. Più attenzione al mantenimento del diritto all’autodeterminazione BNC
9. SCELTA DI UNA BANCA CHE NON FINANZIA LE ARMI: BANCA ETICA
10. IL CAMBIAMENTO CLIMATICO SARÀ IL VERO CAMBIAMENTO CHE FARÀ CAMBIARE LE COSE
11. L’UNICA VIA DI USCITA ALLA GUERRA IMPERIALISTA È LA VIA RIVOLUZIONARIA AL SOCIALISMO
12. IL 25 SETTEMBRE ANDARE A VOTARE E NON VOTARE PER I PARTITI CHE HANNO VOLUTO L’INVIO DELLE ARMI ALL’UCRAINA
13. INVESTIRE NELLE ECONOMIE DI PACE. INVESTIRE NELLA CULTURA COLLABORATIVA E NELLA SOLIDARIETÀ COME ECONOMIA
14. Grazie per aver organizzato l’incontro. Cerchiamo i punti che uniscono le persone democratiche e pacifiche, i punti di distanza potranno avvicinarsi.
15. Interroghiamo noi stessi su come poter essere portatori di pace
16. GRAZIE per la vostra testimonianza! Il mio modo di costruire la Pace: - far conoscere a più persone possibili il lavoro delle Organizzazioni di PACE; - invitarli a informarsi e partecipare agli incontri; - condividere (il fatto che) insieme impegnandoci anche nel nostro paese ad essere cittadini attivi.
17. GRAZIE! INCONTRI DA RIPROPORRE MAGARI CON MAGGIOR DIFFUSIONE DELLA PROPOSTA SUI MEDIA E NEWS LOCALI
18. Necessità di riflettere per non “abituarsi” ai conflitti e trovare percorsi che mi permettano di essere più partecipe insieme agli altri