(Articolo pubblicato dall'Adige, 1 Aprile 2003)

Uso e abuso del cassonetto
Rifiuti: vizi e virtù
dei cittadini perginesi
Ambiente
Nel «verde» anche
contenitori nocivi.
E a venti metri c´è l´oasi ecologica.
Quanto spreco
di carta e cartone
I rifiuti finiti nel cassonetto
vicino al tabaccaio di via
Crivelli: molte ombre escono
dall´«ispezione» a Pergine

Di ALBERTO PICCIONI
PERGINE - Domenica pomeriggio, un piccolo gruppetto di cittadini in bicicletta, con consigliere comunale verde al seguito (Roberto Calzà), scruta il contenuto dei vari cassonetti di Pergine. L´intenzione è di verificare vizi e virtù della popolazione perginese nel campo dei rifiuti, una «gita» istruttiva con bambini a seguito. L´idea è venuta ad Emanuele Curzel, non nuovo a questo tipo di riflessioni sui rifiuti.
A Pergine, secondo il bollettino comunale, siamo al 23% di rifiuto differenziato. Bene, ma vediamo come stanno le cose in realtà. La giornata scelta non è casuale: il giorno dopo il mercato settimanale che si svolge nelle vie del centro. Si parte appunto dal centro, Spiaz delle Oche, cassonetto per l´indifferenziato e a lato c´è la campana per il vetro: piena anche di bottiglie di plastica. Poco male, si procede. Cassonetto verde (indifferenziato) di via Crivelli, ad un passo dal municipio: dentro c´è veramente di tutto. Ad un metro c´è il cassonetto giallo per la raccolta di carta e cartone. Ma, ahimè, nel cassonetto dell´indifferenziato ci sono diversi scatoloni che denunciano chiaramente la provenienza: sono contenitori per sigarette, tanti, pieni di carta di stecche di sigarette, alcuni di vecchie ricevute del Lotto.
Il cassonetto è pieno, ma se non ci fosse tutto quel cartone sarebbe quasi vuoto. E poi, sarebbe bastato rompere i cartoni e infilarli nel giallo… Comunque, si procede speranzosi. Sempre via Crivelli, a metà, molta carta nel cassonetto verde tra cui, ahinoi, anche due copie dell´ultimo bollettino comunale, ancora con il cellophane intatto e l´etichetta con nome dei destinatari. Poi vetro, lettiera per gatti, lattine: tutto insieme nell´indifferenziato.
Più in alto, sempre in via Crivelli, nei cassonetti vicini alle bancarelle del mercato del sabato, troviamo anche qui di tutto: pur essendoci l´apposito contenitore giallo per i cartoni, più piccolo degli altri ma bene in evidenza, gli scatoloni, le cassette della frutta di legno o plastica e quanto altro possa essere scartato dai banchi del mercato è lì ad ingolfare il cassonetto verde mentre i due gialli, carta e cartone, giacciono semivuoti.
Passiamo in via Volpare, vicino alla parrocchia: qualche ramo, ma in sostanza un cassonetto ordinato. Più in giù, quasi alla fine della strada, un cassonetto che ha fatto i conti con una friggitoria o qualcosa di simile: ricolmo di latte di olio alimentare, anche loro andrebbero differenziate.
Via Canopi, vicino all´omonimo parco: due bei contenitori verde e giallo. Nel verde ohi, ohi, troviamo una gran quantità di progetti, carte, documenti distrutti o meno di un noto studio d´ architetto: il cassonetto della carta è a mezzo metro!
Ci si avvia, sconsolati, verso la periferia, esattamente nella zona vicina al centro di raccolta differenziata del comune, sperando che almeno lì le cose siano diverse. Di fronte all´«oasi ecologica» c´è un cassonetto verde, isolato, davanti ad una fabbrica. Lo apriamo: la carta straripa, emerge prepotentemente dal contenitore senza per nulla nascondere la sua provenienza: sono documenti della fabbrica. Fare 10 metri in più e portarla all´«oasi» ecologica si vede non rientra tra le mansioni degli impiegati… Chissà.
Ma il massimo lo si raggiunge di fronte al cantiere comunale: il cassonetto verde, isolato, è pieno di contenitori di sostanze nocive, con tanto di dicitura «da smaltire nelle apposite aree». A venti metri c´è l´oasi…
Il giro è stato istruttivo e il piccolo gruppo di cittadini torna, meditabondo, alle proprie case. Piccola consolazione: almeno i cassonetti per il differenziato, vetro o carta o cartone, sono usati correttamente.